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venerdì, Marzo 29, 2024

Lo Sport, al palo.

BENESSERE E SALUTELo Sport, al palo.

Lo sport, quello “piccolo”, quello “minore”, quello senza stipendi, ingaggi e premi da capogiro, paga ancora ingiustamente “pegno”, resta ancora fermo e le prospettive, sono pessime..

Eppure queste strutture, sono quelle che da sempre, hanno dimostrato ligio dovere, per cultura, per Credo, per essenza e filosofia di vita. Le uniche, che hanno rispettato dettami, con aggravio ulteriore di spesa, per adeguarsi alle direttive. Quelle, che hanno senso e danno senso, all’essere umano, professando igiene; rispetto, per se stessi ed il prossimo; che attuano, prevenzione alla salute e quindi, conseguentemente, non possono, non eludono, inviti di igiene e profilassi.

Contro il parere di tutti, molti si sono espressi a favore dello Sport, come quello del Dott. Francesco Vaia (Direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive, Lazzaro Spallanzani). che dichiara: <<.. uno studio… su 61 pazienti deceduti a causa del Covid 19, conferma che l’età media delle vittime resta alta e che le patologie di cui soffrono, sono quelle causate soprattutto da uno stile di vita poco corretto che normalmente non appartiene a uno sportivo.>> o, di Massimo Grassi (Arbitro Internazionale, già assegnato alle Olimpiadi per Tokyo 2020-spostate al 2021), per “penna” di Andrea Somma, su una rivista di settore (FIPE), che sottolinea: <<La palestra non è un lusso, al contrario è un bene primario. Una persona che frequenta una palestra è una persona in salute, che quindi rappresenta un risparmio per la sanità.. senza contare poi che in palestra si crea comunità, si socializza, il che tiene lontano dalla depressione e il cattivo umore..>>.

La pratica sportiva, l’attività motoria, come meglio definirla, fonda le sue radici su basi storiche, scientifiche, indiscutibili. Lo Sport è un’opportunità sociale che investe lo stato di benessere psicofisico, un beneficio, alla ns spesa sanitaria nazionale.

Nel periodo del lookdown, sono aumentate notevolmente, le percentuali di obesità (specie giovanile), a danno degli esseri umani e nella breve riapertura (durata pochi mesi), tutte le strutture sportive, hanno cercato di arginare danno, alla stregua di un presidio sanitario eccellente, per riequilibrare corpo, con movimento, prestazione, efficienza, prevenzione, effetto, etc. Oggi, tali strutture, sono ricadute nello stesso fermo amministrativo. Lo stesso fermo, che ancora si preannuncia, dilatato nel tempo, riproducendo, negativi effetti. Quando, da sempre, le attività sportive, hanno dimostrato religioso ossequio dei protocolli imposti per DPCM e di quelli emanati, nel rispetto delle norme generali, dalle rispettive entità sportive. Insomma, quelle che, maggiormente, hanno rispettato dettami, con aggravio ulteriore di spesa, per adeguarsi alle direttive emanate, restano al palo.

I numeri ufficiali (fonte CONI): <<Nel 2017 il movimento sportivo Federale raggiunge 4 milioni e 703 mila Atleti tesserati delle Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e delle Discipline Sportive Associate (DSA). E’ il numero più alto di sempre. La partecipazione femminile delle Atlete è pari al 28,2%, mentre quella degli under 18 è pari al 56,7%. Gli operatori sportivi sono oltre 1 milione e le Società Sportive affiliate sono 63.517. Questi sono alcuni dei principali dati sul tesseramento e le affiliazioni delle FSN e DSA. Nel report sono rappresentate anche le principali statistiche legate alla pratica sportiva in Italia, con una particolare attenzione alle dinamiche demografiche ed alla distribuzione territoriale.>>. Tenere fermo, questo sottostimato e non aggiornato numero di praticanti, è un crimine contro l’umanità. Quando, ad oggi, da nessuna certificazione si evince, possibilità di positività Covid 19, all’interno delle strutture sportive.

Queste, considerazioni comunque, non esentano dall’ulteriore rischio (già effettuato in precedenza), dell’eventuale apertura pre estiva, per giustificare, ad esempio, le prossime elezioni amministrative, che poco porterebbero, alla ripresa del movimento sportivo, considerato che, dalle ns parti, si frequenta il mare, appena possibile e che il timore di contagio, ancora periste, nel sub conscio del praticante.

Della serie: al danno, la beffa!

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