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Chi ama la musica, deve mantenere vivo il ricordo di Valentina Giovagnini

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©COSIMA SCAVOLINI/LAPRESSE 07-03-2002 SAN REMO SPETTACOLO 52°FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA NELLA FOTO VALENTINA GIOVAGNINI

Gran parte di noi sogna di lasciare il segno del suo passaggio in questa esistenza.

Molte persone ne hanno la possibilità, ma scelgono la strada “più facile”, quella dell’omologazione: diventano, quindi, ciò che il sistema impone per paura di essere messi da parte, ma così non si rendono conto che sprecano il potenziale che la vita ha donato loro.

E poi ci sono altre storie… storie di persone che sono riuscite a distruggere quel muro che ci vuole tutti “standardizzati”. Persone che hanno deciso di essere semplicemente sé stesse. 

Ma, se torniamo un attimo con i piedi per terra, una volta distruttoquel muro, bisogna essere pronti ad una strada in salita, perché non si troverà più soltanto un muro come ostacolo, ma un’intera fortezza.

Perché scrivo questo? Perché l’artista di cui voglio parlarvi oggiha avuto, a mio avviso, uno scarso riconoscimento per quello che ha fatto sia per la musica sia per l’arte in generale…e quel riconoscimento le è mancato purtroppo anche dopo la sua morte. 

Se poi a questo aggiungiamo il triste destino che le è capitato, tutto diventa davvero assurdo e le domande e i “perché” da porsi aumentano sempre di più.

Valentina Giovagnini, classe 1980, diventa famosa nel 2002 partecipando ad un Festival di Sanremo, che, almeno per quanto riguarda i Big, fu alquanto anonimo e privo di emozioni. 

Lei, per la categoria “Giovani”, porta sul palco dell’Ariston il brano “Il Passo Silenzioso della neve”.

Brano, voce, interpretazione: tutto appare perfetto. Valentina non sembra per niente una ragazzina, appartiene ad un’altra categoria, potrebbe tranquillamente superare anche i “big” presenti in gara.

La giura di qualità questo lo riconosce, la sommerge di 9 e 10…addirittura Vanzina, prima di attribuirle il voto (10 anche lui) esclama: “Quella signorina lì è un’artista”.

Si classifica al secondo posto, dopo Anna Tatangelo, per soli 21 punti, ma vince il premio come miglior arrangiamento apprezzato da pubblico e critica.

A marzo del 2022 pubblica il suo album di esordio “Creatura Nuda” e nell’estate dello stesso anno partecipa al Festivalbar con il secondo singolo estratto “Senza Origine”.

Ormai la strada sembra tutta in discesa.

Valentina Giovagnini in gara a Sanremo Giovani nel 2002
I voti della giuria di qualità

“La solita Italia”

Il nostro Paese che ha chiuso le porte in faccia ad una marea di artisti con la “A” maiuscola: si pensi a Mia Martini, apprezzata (molto di piu( dopo la sua morte – permettetemi di dirlo – in maniera molto ipocrita, finendo per essere elogiata anche da chi a contribuito a farle del male, a Marco Masini o ancora a Gianluca Grignani, del quale ancora oggi molti non apprezzano il suo talento, ma si ergono soltanto a giudici delle sue sofferenze. 

E tanti altri e altre ancora.

Valentina fa parte di questa triste lista.

Dal 2003 viene esclusa numerose volte da Sanremo, da Music Farm e il mercato discografico non vuole investire più su di lei.

Per quale motivo? Valentina, dicono, “fa musica di nicchia”.

Come al solito si “corre ai ripari”: si preferisce la solita canzonetta a qualcosa di più autentico. 

Il suo secondo e ultimo album “L’amore non ha fine”, viene pubblicato postumo nel 2009 per volontà della famiglia.

L’album è una raccolta di tutte le sue canzoni scritte dal 2003 al 2008.

Il ricordo che lascia

Seppur triste per la sua prematura scomparsa, non voglio parlare della sua morte…

Per quanto mi riguarda, di Valentina mi ha lasciato a bocca aperta la sua vita.

Avevo dodici anni nel 2002, e di quel Sanremo avevo rimosso quasi tutto, purtroppo anche lei. 

Quindi il primo a fare mea culpa sono io.

I primi giorni di quest’anno, però, navigando su Facebook, mi compare la copertina di un CD (Creatura Nuda) con il suo nome… ed ecco che i ricordi si riaccendono: “Aspetta, tutto questo non mi è nuovo”, penso tra me e me. Così faccio un po’ di ricerche e mi rendo conto che di quel Sanremo mi sono rimaste impresse nella mente solo lei e la sua bellissima canzone.

Appena l’ho riascoltata, ho riprovato le stesse sensazioni di 22 anni fa, ma questa volta in modo più consapevole.

Se quando avevo dodici anni mi piacque la sua canzone, ma rimasi più incantato dalla sua bellezza, ora, a trentatré anni, andando oltre quella che è la bellezza esteriore, ho saputo apprezzare la sua

semplicità disarmante: Valentina era una ragazza molto riservata che ha saputo farsi spazio nel mondo della musica con umiltà e dedizione. 

Quando il mainstream le ha chiuso le porte in faccia, lei ha continuato ad insegnare e a vivere di musica. 

Ci sarebbe tanto altro da dire, ma è meglio andare a cercare la sua musica, ascoltarla, apprezzarla…

Voglio immaginare che sia andata come cantava in una sua canzone: “Non esisto solo qui/ 

l’universo è in me/ come un fiore all’innocenza tornerò/ la mia linfa salirà fino al cuore e poi/ 

dalle braccia rami nuovi allungherò per te”

Una Onlus in suo ricordo

A pochi mesi dalla sua scomparsa, la famiglia ha dato vita ad una Onlus che porta il suo nome e che si occupa di fare opere di beneficenza e divulgare arte, per tenere vivo il ricordo di Valentina: qui potete consultare il sito

http://www.valentinagiovagninionlus.it/chisiamo.html.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Ronca
Francesco Ronca
Mi chiamo Ciccio Ronca, ho superato da poco i 30 all’anagrafe. Mi piace andare avanti, ma non riesco ad abbandonare l’adolescenza. Ci vediamo a scuola!

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1 COMMENT

  1. Ricordo tutto di quella serata. L’esibizione di Valentina che mi fece alzare il volume al televisore (all’epoca durante il Festival le altre reti non trasmettevano praticamente nulla e io stavo giocando al pc), ricordo i fischi del pubblico alla Tatangelo l’ultima serata, perché era chiaro per tutti che poteva esserci solo una vincitrice ed è stato chiaro a tutti che si era perpetrato un autentico furto. E ricordo con sgomento la notizia dell’incidente e poi della sua morte. È stato talmente scioccante che per anni non sono riuscito ad ascoltare le sue canzoni perché stavo troppo male. Ora fortunatamente da qualche anno ho ripreso a sentire le sue bellissime canzoni, anche se c’è sempre una piccola fitta al cuore.

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