(Adnkronos) – Nel trattamento della colangite biliare primitiva (Pbc), il Comitato dei medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha espresso un parere positivo su seladelpar in combinazione con l’acido ursodesossicolico (Udca) negli adulti che hanno una risposta inadeguata al solo Udca, o come monoterapia in coloro che non tollerano l’acido ursodesossicolico.Â
“Questo parere positivo del comitato conferma il promettente beneficio clinico e il valore di seladelpar, evidenziato dalla sua distinta mole di dati – afferma Palak Trivedi, Associate Professor and Consultant Hepatologist at the Queen Elizabeth Hospital in Birmingham – Dopo molti anni di trattamento di persone con Pbc, ho constatato l’importante necessità insoddisfatta di opzioni terapeutiche aggiuntive, efficaci e mirate ai sintomi. La raccomandazione odierna di una nuova potenziale terapia in grado di trattare sia la malattia che di migliorare i sintomi che influenzano la qualità della vita rappresenta una pietra miliare significativa” per i pazienti.Â
Il parere positivo – si legge in una nota diffusa da Gilead – è stato supportato principalmente dai dati dello studio pivotale di fase 3 Response, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha valutato i principali biomarcatori della colestasi, nonché gli endpoint secondari relativi alla funzionalità epatica e alla qualità di vita dei pazienti. Lo studio mirava a rispondere all’elevato bisogno insoddisfatto di terapie di seconda linea efficaci per i soggetti affetti da Pbc, fornendo importanti indicazioni sulla gestione a lungo termine di questa malattia epatica cronica. Nel dettaglio, il 62% dei partecipanti allo studio Response trattati con seladelpar ha raggiunto l’endpoint primario di risposta biochimica composita al mese 12, rispetto al 20% del placebo. A 1 anno, il trattamento con seladelpar ha portato alla normalizzazione dei valori di Alp (fosfatasi alcalina) nel 25% dei partecipanti allo studio, risultato non osservato nel gruppo placebo. L’Alp è un marcatore colestatico che predice il rischio di trapianto di fegato e decesso. Il trattamento con seladelpar ha portato a una riduzione statisticamente significativa del prurito rispetto al placebo. I partecipanti che hanno iniziato lo studio con prurito da moderato a grave hanno registrato un miglioramento di 3,2 punti su una scala del prurito da 0 a 10 dopo 6 mesi di trattamento con seladelpar, rispetto a una riduzione di 1,7 punti con il placebo.Â
La colangite biliare primitiva è una rara malattia cronica autoimmune dei dotti biliari che colpisce circa 15 persone su 100mila in Europa, soprattutto donne, e può causare danni al fegato e possibile insufficienza epatica se non trattata. La Pbc è caratterizzata da un’alterazione del flusso biliare (nota come colestasi) e dall’accumulo di acidi biliari tossici nel fegato, che portano all’infiammazione e alla distruzione dei dotti biliari all’interno del fegato.Â
“Siamo incoraggiati dal parere positivo del Chmp – commenta Timothy Watkins, Vice President, Clinical Development of Inflammation Therapeutics, Gilead Sciences – poiché siamo un passo più vicini a rendere seladelpar disponibile per le persone affette da Pbc in Europa. Ci sono ancora persone con Pbc che non ottengono una risposta adeguata alle terapie attuali o che continuano a manifestare sintomi, come il prurito debilitante. In qualità di leader nelle malattie epatiche, Gilead è impegnata a sviluppare terapie che non solo migliorino i marker di progressione della patologia, ma aiutino anche ad alleviare i sintomi che influenzano la vita delle persone affette da questa rara patologia epatica”. Â
Il via libera dell’Ema segue l’approvazione accelerata da parte della Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti dello scorso agosto. La decisione finale della Commissione europea è prevista per il primo trimestre del 2025. Â