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mercoledì, Aprile 24, 2024

L’Europa punta sull’Open Science, Carrozza (Cnr): “Investimento ingente”

ULTIM'ORAL'Europa punta sull'Open Science, Carrozza (Cnr): "Investimento ingente"

(Adnkronos) – L’Europa sta lavorando ad una “collaborazione nazionale, europea e internazionale per sviluppare l’European Open Science Cloud (Eosc)”, un programma di Scienza Aperta e di condivisione dei dati scientifici, “ma le nuove questioni legate alla guerra in Ucraina”, e alla conseguente “evoluzione della geopolitica potrebbero frenare il progetto” e lo sviluppo concreto di una Open Science europea. A delineare il quadro è stata la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Maria Chiara Carrozza, parlando con i giornalisti in occasione dell’evento “Italian Tripartite Assembly on the European Open Science Cloud’ (Itaeosc2023) che si è tenuto a Roma, nella sede centrale del Cnr. Promosso dal Ministero dell’università e della ricerca, e organizzato dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Cnr, l’evento si è svolto nella sede centrale di Roma del Cnr ed vuole accendere un faro sulle iniziative e opportunità di collaborazione nazionale, europea e internazionale per sviluppare la European Open Science Cloud (Eosc), piattaforma trasversale per la ricerca europea che realizzerà l’internet dei dati e dei servizi scientifici per una scienza aperta e trasparente, attraverso le istituzioni e gli enti impegnati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Obiettivo di tutti gli eventi tripartiti europei e nazionali, è rendere Eosc operativa nel biennio 2025-2027. “Per raggiungere questo obiettivo, ha detto la presidente Carrozza, “la Commissione Europea ha previsto già un budget di un miliardo di euro destinato alla realizzazione della roadmap del partenariato fra tutti gli attori della scienza, la Commissione Europea, quindi gli stati membri, la comunità scientifica e l’associazione European Open Science Cloud (Eosc)”. Carrozza ha rilevato che a livello europeo “è un partenariato molto importante ed il budget da 1 miliardo di euro è per il partenariato, per sviluppare il know how, ma poi bisognerà sviluppare il Cloud, ovvero investire fondamentalmente nell’Agenda Digitale delle nostre istituzioni scientifiche e questo è un investimento che non può non coinvolgere anche il nostro ministero dell’Università e Ricerca”. “Il 2027 – ha indicato inoltre la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza – è l’obiettivo per realizzare il progetto ed è un programma che la Commissione Europea sta molto supportando ma si intreccia con il momento strategico non facile, il tema della guerra in Ucraina”. In questo scenario, ha proseguito Carrozza, “intervengono anche le questioni di geopolitica internazionali fra Italia, Asia, Cina, Russia, Usa”. Quindi, osserva la numero uno del maggiore ente pubblico di ricerca, “l’Europa era partita con un paradigma reale di Scienza Aperta che però adesso si confronta con le questioni nuove di geopolitica, con l’equilibrio legato alla geopolitica che certamente non favorisce l’apertura dei dati e della protezione dei dati”. “L’Europa – ha argomentato inoltre Carrozza- sta infatti perseguendo tecnologicamente anche un percorso di protezione e sviluppo di tecnologie chiave sulla microelettronica o sulle materie prime: la Scienza Aperta deve quindi fare i conti con un gioco di equilibri” internazionali. Carrozza ha rilevato ancora che “l’Europa vuole sicuramente creare una comunità aperta, una Research Area, sta infatti puntando ad un’area per la ricerca ed ha un’agenda strategica che prevede l’Open Science, una forma di libertà da tutti i condizionamenti anche dei privati che vogliono interferire in questo processo. E’ giusto che le istituzioni pubbliche se ne occupino, è un tema quello della European Open Science Cloud (Eosc) come infrastruttura talmente strategico che deve essere sicuramente di interesse pubblico”.  

E mentre l’Ue è in marcia verso questo grande cambiamento culturale anche l’Italia non perde terreno. Proprio il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta lavorando ad un Cloud istituzionale dell’Ente in cui custodire i dati scientifici e la piattaforma potrebbe essere pronto per la fine del Piano di Rilancio dell’ente prevista entro un anno e mezzo. “Il Cnr ha già iniziato e stiamo lavorando al Cloud dell’ente. I tempi dipendono dagli investimenti che stiamo facendo ma fa parte della nostra Agenda Digitale e nell’arco del Piano di Rilancio del Cnr dovremmo avere i primi risultati” ha riferito la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza. Carrozza ha rilevato che “il Piano di Rilancio del Cnr è circa a metà quindi abbiamo ancora un anno e mezzo poi dovremmo avere le prime raffigurazioni”. “E’ un argomento molto sentito, vogliamo costruire una infrastruttura in cui – nell’ambito degli istituti – sia il Cnr ad avere il controllo”. La presidente del Cnr ha chiarito che “il progetto fa parte della nostra Agenda Digitale fa parte” e “con gli altri Enti italiani abbiamo una discussione aperta, contiamo di avere un approccio simile fra tutti”. “Il Mur ci lavorerà, la mia idea è lavorare insieme anche per dare una infrastruttura utile anche a istituzioni scientifiche più piccole” ha indicato. “Fino ad ora i dati dei ricercatori dell’Ente sono contenuti su Cloud personali, molte istituzioni però stanno passando a gestione su Cloud istituzionale ed è un passaggio importante, poi l’ulteriore passaggio potrebbe essere un Cloud Europeo” ha aggiunto Carrozza. “Il tema però è che ci sono ancora riserve, c’è il tema dell’utilizzo commerciale dei dati, la preoccupazione che non sai dove metti i dati e si apre anche la grande questione di cybersecurity, quest’ultimo tema molto sentito dal Cnr. Per questo stiamo lavorando a un Cloud che rispetti i requisiti di cybersecurity. Bisogna considerare che i dati debbano essere di grande qualità e al sicuro da usi non appropriati e tutelati dal rischio di furto di dati” ha assicurato Carrozza. “La comunità scientifica italiana è molto sensibile al tema del Cloud, è molto presente a questa conferenza, sia sul tema dei dati che alle pubblicazioni scientifiche in Open Access, con percorso scientifico di peer review, cioè che certifichi i dati scientifici pubblicati” ha aggiunto inoltre la presidente del Cnr.  

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