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giovedì, Marzo 28, 2024

Sanità, psichiatra Mencacci: “Un’agenzia per promuovere la salute mentale”

ULTIM'ORASanità, psichiatra Mencacci: "Un'agenzia per promuovere la salute mentale"

(Adnkronos) – “Serve un’Agenzia nazionale per la salute mentale. Il nostro Paese si dovrebbe dotare di un coordinamento per superare le diseguaglianze regionali. Il diritto alla salute mentale viene violato nelle regioni perché non tutti hanno accesso ai servizi. Serve un coordinamento perché le istituzioni possano fin dall’inizio promuovere la salute mentale, dalla gravidanza, fare prevenzione nelle scuole, individuare i predittori di fattori di rischio: segnaliamo le allergie più remote, ma non il rischio di problemi mentali”. Così Claudio Mencacci, psichiatra, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, intervenendo al talk ‘Covid, guerra, crisi economica… quali soluzioni per l’ansia da infodemia?’, ottavo webinar promosso e organizzato da Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica sostenuto da Novartis. 

All’incontro – moderato da Federico Luperi, direttore Innovazione e nuovi media di Adnkronos – hanno partecipato anche David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), e Daniele Francescon, co-founder di Serenis, piattaforma digitale attiva nel sostegno psicologico. Al centro del dibattito – trasmesso in diretta streaming nei canali social di Adnkronos e disponibile nel portale alleatiperlasalute.it – la questione delle ricadute a livello mentale dello stato di costante di incertezza in cui si sta vivendo dopo due anni di pandemia, segnata da restrizioni fisiche e sociali, oltre che dalla paura del contagio, a cui è seguita la guerra in Ucraina con la tensione e la preoccupazione per la questione economica e finanziaria.  

“Non stavamo bene prima della pandemia, o sindemia, visto che ha coinvolto tanti aspetti – spiega Mencacci – I nostri giovani erano già in sofferenza: 1 su 7 aveva un disturbo psichico. La pandemia ha fatto esplodere il problema e così: 1 su 4 ha disturbi depressivi e 1 su 5 disturbi d’ansia. Queste manifestazioni hanno avuto un loro declinarsi con comportamenti di autolesionismo, violenza. Per una corretta informazione” bisogna ricordare che “non sono aumentati i suicidi. È avvento che i nostri giovani, esposti alla totale imprevedibilità, al cambio nei passaggi emancipatori della vita relazionale, affettiva, sportiva, del gruppo, a un cambio e una inversione dei ritmi sonno-veglia, hanno aumentato vulnerabilità con manifestazioni estreme verso di sé come l’autolesionismo e all’esterno, con una clamorosità del fenomeno delle gang con più segnalazioni” di violenza.  

Un giovane è più vulnerabile in condizioni di stress come quello pandemico, perché “non ha costruito le traiettorie del futuro – continua lo psichiatra – si trova più in ansia e questo lo manifesta con modalità di sofferenza di cui vediamo la superficie, ma non abbiamo visto il fiume carsico su cui siamo seduti. Gli effetti si vedono a distanza. Ci sono tempi in cui i ragazzi introversi e più chiusi hanno avuto il loro momento ideale, ma su quelli che sono per la vita sociale, di gruppo, vedremo gli effetti più avanti perché si crea quello che gli anglosassoni chiamano ‘languishing’, la perdita di motivazione, un viaggiare più sotto soglia e la grave perdita di possibilità di sviluppo, di futuro”. 

Come si è ricordato nel corso della diretta streaming, citando i dati univoci delle società scientifiche di psicologi e neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, il mix esplosivo tra ‘pericolo clinico’ e incertezza sociale ha portato a un aumento di patologie psichiatriche gravi: +30% negli adolescenti, di disregolazione emotivo-affettiva, autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione e +70% di disturbi del comportamento alimentare nei minori. 

Sono 9 milioni i bambini e gli adolescenti italiani con disordini emotivi dovuti allo stress da pandemia. Rispetto al 2019 sono aumentati dell’84% gli accessi ai servizi di neuropsichiatria per bambini e adolescenti negli ospedali, dell’82% i tentativi di suicidio, fino al 200% l’ideazione suicidaria e raddoppiati i casi di anoressia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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