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Sanità, la medicina di prossimità cambia il ruolo del farmacista

BENESSERE E SALUTESALUTESanità, la medicina di prossimità cambia il ruolo del farmacista

(Adnkronos) – La diagnostica territoriale vicina al cittadino e inserita nell’ecosistema digitale sono stati i temi al centro dell’incontro pubblico ‘Evoluzione e ruolo del farmacista sul territorio: sanità di prossimità, Npt e Poct’, promosso dalla società Altis Omnia Pharma Service e dalla rivista ‘Ihpb’ (Italian Health Policy Brief), che ha dedicato all’argomento una speciale pubblicazione. Nell’occasione, si è riflettuto sulla diffusione e gestione dei Near patient testing (Npt) e sui Point of care testing (Poct), dispositivi di diagnostica di prossimità che fanno parte a pieno titolo dell’attuale approfondimento sul rinnovamento della sanità territoriale vicina al cittadino. 

L’evento, ospitato oggi a Roma al Nobile collegio chimico farmaceutico, ha visto la partecipazione del presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli, del direttore del Centro sull’economia e il management nella sanità e nel sociale presso la Liuc Business School, Davide Croce, e del presidente della Fondazione Francesco Cannavò e vicepresidente della Fofi, Luigi D’Ambrosio Lettieri. Sono intervenuti alla discussione anche Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria dispositivi medici, Maria Vitale, project manager dell’agenzia di valutazione civica di Cittadinanzattiva, Simona Barbaglia, presidente di Respiriamo insieme, e Lina Delle Monache, in rappresentanza di Fand-Federazione associazione nazionale diabetici. 

“Le croci verdi delle farmacie sono state uno dei pochi segnali di speranza quando ogni altra insegna era spenta durante la pandemia – ha sottolineato Mandelli – Anche dopo i primi picchi pandemici, le farmacie sono rimaste per i cittadini italiani un punto di riferimento nell’impensabile odissea attraverso le minacce e le incertezze del Covid-19: prima con i tamponi, poi con i vaccini, da ultimo anche con i farmaci antivirali”. Oggi il farmacista ha un nuovo ruolo, “che è non soltanto di carattere sanitario – ha precisato Mandelli – ma anche sociale e civile. Al riconoscimento di cittadini e istituzioni si è infatti aggiunta l’ufficialità di alcuni testi normativi che sanciscono per i farmacisti nuove funzioni, in parte assunte durante l’emergenza, ma per il futuro ancora più estese e di natura strutturale. Che si tratti di vaccinazioni aggiuntive, di ulteriori test diagnostici o della dispensazione di farmaci nuovi e sempre più complessi, i farmacisti italiani hanno dimostrato di essere pronti alla sfida di offrire ai cittadini e ai pazienti sempre più servizi”. 

Nel mondo della sanità che cambia, i farmacisti di oggi – evidenzia una nota – sono già, e saranno sempre di più, i corresponsabili del raggiungimento di alcuni imprescindibili obiettivi di salute pubblica, come l’incremento delle coperture vaccinali contro l’influenza, ma anche un maggiore accesso dei cittadini ad altre vaccinazioni dell’adulto, come quelle per epatite A e B, pneumococco, colera, meningococco, febbre tifoide, Papillomavirus ed Herpes zoster. E poi, come è scritto nel decreto sul nuovo sistema delle cure primarie, è indispensabile che anche il farmacista si misuri sul grande tema della prevenzione con riguardo alle malattie non trasmissibili. 

“Come delineato dal Pnrr”, Piano nazionale di ripresa e resilienza, “nei prossimi 5 anni la realizzazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità, l’incremento delle prestazioni rese in telemedicina e teleassistenza, e il potenziamento dell’assistenza domiciliare, daranno vita a una sanità più vicina ai cittadini e più radicata nel territorio. E dove c’è territorio e si scommette sulla prossimità, lì ci sono i farmacisti”, ha assicurato Mandelli.  

“La farmacia italiana, pur in un contesto operativo gravato da problemi di sostenibilità economica – ha affermato D’Ambrosio Lettieri – ha dato prova di elevati livelli di efficienza, continuità operativa, affidabilità e piena integrazione con la mission del Servizio sanitario nazionale, che durante l’emergenza pandemica l’hanno confermata ‘porta d’ingresso del servizio sanitario’, con l’erogazione di prestazioni di elevata valenza socio-sanitaria che hanno integrato le tradizionali attività professionali relative alla dispensazione dei medicinali. E’ qui che ci si spinge sul territorio stimolante della sanità di prossimità: ricetta dematerializzata, iniziative per garantire la costante disponibilità di ossigeno terapeutico, tempestivo allestimento di formulazioni galeniche disinfettanti, consegna domiciliare professionalmente assistita, massivo rilascio di Green pass, esecuzione di test diagnostici per Covid-19, prenotazione delle sedute vaccinali sono solo alcuni dei servizi garantiti con competenza, continuità e con una apprezzata attività di counseling scientifico e umano che ha portato conforto e sicurezza ai cittadini nei tanti mesi di paura, di angoscia e di solitudine”. 

Proprio a questo livello emerge il ruolo nuovo dei dispositivi di testing diagnostico, che non sono solo una commodity – prosegue la nota – bensì autentici strumenti dell’innovazione dei servizi sanitari. L’Ntp, ovvero il test vicino al paziente, è definito come “un’indagine condotta al momento della consultazione, con disponibilità immediata dei risultati per prendere decisioni immediate e informate sulla cura del paziente”, ha ricordato Croce. Il termine Poct indica invece “quei test eseguibili vicino al paziente o nel luogo nel quale viene fornita l’assistenza sanitaria. In generale possiamo dire – ha precisato – che i Poct possono essere usati anche dal paziente in autonomia, mentre gli Npt hanno la necessità della presenza dell’operatore”. 

“Oggi siamo consapevoli che il nostro impegno per un’effettiva digitalizzazione della sanità, anche sul territorio, produrrà i suoi frutti solo se potrà inserirsi in un vero e proprio ecosistema digitale. Sanità di prossimità non è quindi solo una nuova parola d’ordine, bensì la sfida di un Ssn rinnovato alle sue radici, in grado di portare con sé una nuova visione di salute per tutti e vicina a tutti”, ha aggiunto Mandelli. Secondo Vitale, il farmacista sul territorio può essere una chiave essenziale per l’aderenza terapeutica, soprattutto nell’ambito delle grandi cronicità come patologie respiratorie, cardiovascolari e diabete. Per Barbaglia, è fondamentale che cresca e si consolidi un’alleanza tra tutti gli attori che possono rendere concreta la ‘sanità di prossimità’, anche nella logica, sottolineata da Delle Monache, di una chiara integrazione socio-sanitaria, che è il vero punto di approdo di tutte le innovazioni permesse dagli investimenti del Pnrr. 

“La nuova assistenza territoriale – ha osservato Croce – è in corso di attuazione attraverso i fondi Pnrr e diventerà una realtà dalla fine del 2026. Si auspica una parallela disponibilità di adeguati strumenti per la presa in carico dei pazienti cronici e per le urgenze, con particolare riferimento alla farmacia dei servizi e la loro capillarità utile alla presa in carico della popolazione. Migliorare l’efficacia dei servizi sanitari territoriali, allargandoli, concentrandoli e avvicinandoli all’assistito, è uno dei compiti della Missione 6 del Pnrr”. 

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