1.9 C
Rome
lunedì, Dicembre 9, 2024

Caso Ramy, carabinieri indagati per falso e depistaggio

(Adnkronos) - Nuovi sviluppi nell'inchiesta milanese...

Universitas Mercatorum, inaugura il nuovo anno accademico 2024/2025

(Adnkronos) - Un ateneo digitale all’avanguardia,...

Soffrire di ansia e attacchi di panico non è un capriccio, ma un problema reale

BENESSERE E SALUTESALUTESoffrire di ansia e attacchi di panico non è un capriccio, ma un problema reale
Attacchi di panico: sintomi e cura del più comune disturbo d’ansia – IPSICO, Firenze

In Italia esistono ancora molti tabù sui problemi psicologici, a volte sembra  si voglia negare o sminuire quello che è un vero e proprio problema che afflige più persone di quanto si pensi.

“Ma non ci pensare, sta tutto nella tua testa”

Quante volte ti sarai sentito (o sentita) dire questa frase ogni volta che hai provato ad esternare il tuo malessere?

Ma fermiamoci un attimo e plachiamo la (giusta) rabbia: non tutti quelli che lo dicono sono superficiali o cattivi, sono solo “vittime” di un’idea sbagliata e di una cattiva informazione sull’argomento.

Credimi, col tempo ho capito sempre di più che quello che rende ancora più difficile sopportare questo problema, è che si tratta di un male invisibile.

Le cicatrici dell’anima non sono come un braccio rotto che tutti possono vedere e sviluppare di conseguenza empatia nei tuoi confronti ma un qualcosa che puoi vedere solo tu, o molto spesso, chi ha le tue stesse ferite.

Perdonare gli altri capendo i limiti di chi non conosce tali problemi, è sicuramente un passo in avanti, ma  questo non deve essere motivo di resa, e continuare a sopportare ripetuti giudizi e frasi fatte – “pensa positivo” “esci e non ci pensare”.

Davvero. BASTA!

Chiudersi in se stessi

Ho passato anni a nascondermi e a sopprimere i miei malesseri per paura del giudizio o perché ogni volta che provavo a spiegare cosa avevo, oltre alle solite frasi mi ritrovavo a dovermi subire lezioni di vita ( cosa nota quella di fare i professori quando i problemi sono quelli degli altri) su quanto stessi facendo un dramma per nulla.

Qualcuno “simpaticamente” mi ribattezzò: Il malato immaginario.

Gia perché è questo che purtroppo credono che noi siamo, malati immaginari in cerca di attenzioni, non hanno la minima idea di cosa significhi convivere con un campanello d’allarme che non smette di suonare, a volte nemmeno nei momenti in cui tutto sembra andare bene. Non hanno la minima idea di cosa voglia dire iniziare a tremare e sudare freddo di punto in bianco, sentire il cuore andare a mille e la gola restringersi fino al punto che sembra sia finito l’ossigeno sulla Terra o che quello a disposizione non sia mai abbastanza.

Per quanto tempo mi sono sentito sbagliato… ma dopo una forte depressione avuta nel 2017, capi che anche io stavo commettendo un errore.

Mi ero chiuso in un guscio e non il parlarne aveva solo peggiorato la situazione di anno in anno.

Iniziai a vedere che vicino a me c’erano tante altre persone che ne soffrivano, tutte (o quasi) con il mio stesso problema: nessuno ne parlava per paura del giudizio altrui o per paura di essere considerati pazzi.

Io non posso darvi una soluzione ai vostri problemi, non la tengo nemmeno per i miei.

Posso solo lasciare la mia esperienza.

Personalmente mi ha salvato la scienza e la medicina, e ci tengo a dirlo perché per assurdo è stata l’ultima strada che ho preso.

Si perché se per qualcuno siamo malati immaginari lagnosi, per altri potremmo diventare polli.

Ho incontrato persone che volevano propinarmi strane teorie alternative ( per nulla gratis) a cui per fortuna non ho mai dato ascolto del tutto, e me ne sono allontanato sempre in tempo ( anche perché non capiscono che emotivamente stai male, ma il cervello funziona meglio del loro) ed iniziarono ad accumularsi delusioni su delusioni, e io stavo sempre peggio.

Ironia della sorte oltre alla mia forza di volontà mi hanno salvato dei medici.

Sono guarito del tutto? No, ogni tanto tornano a bussare alla mia porta facendomi capire che in qualche modo sono ancora qui.

Per concludere:

Se a leggere questo testo c’è una persona che ha sempre sminuito, chiedo cortesemente di informarsi e di usare correttamente le parole: Depressione non è sinonimo di tristezza quindi non usarla a caso, se stai passando una giornata noiosa o difficile non sei depresso, sei triste ( o annoiato).

Se a leggere questo testo c’è una persona che si riconosce in queste parole chiedo di smetterla di sentirsi sbagliato/a, la vita se la guardiamo da un lato più profondo, non ha un senso logico nemmeno per chi se la passa bene, ma esistiamo ed abbiamo il diritto di viverla al meglio.

Non sei o non vuoi essere come la società, i parenti o altro ti vogliono? Che si fottano! Sai tu cosa è meglio per te, non loro.

I tuoi malesseri non sono capricci, ma grida di aiuto.

Ascoltati, e lasciati ascoltare da chi può e vuole capirti, il resto è rumore di fondo a cui non devi dare ascolto.

Gli attacchi di panico: cosa sono e perché vengono? – GuidaPsicologi.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Ronca
Francesco Ronca
Mi chiamo Ciccio Ronca, ho superato da poco i 30 all’anagrafe. Mi piace andare avanti, ma non riesco ad abbandonare l’adolescenza. Ci vediamo a scuola!

Condividi:

Potrebbe interessarti anche:

Articoli più letti