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giovedì, Marzo 28, 2024

Alimenti a base vegetale, gli under 35 li scelgono perché sostenibili

ECONOMIA E SOSTENIBILITÀSOSTENIBILITÀAlimenti a base vegetale, gli under 35 li scelgono perché sostenibili

(Adnkronos) –
Sani, buoni e amici del pianeta. I prodotti a base vegetale, i plant-based, sono ormai nel cuore degli italiani: più di 1 su 2 (54%) li acquista (il 21% abitualmente, il 33% occasionalmente) e gli under 35 li preferiscono perché sono prodotti ‘amici dell’ambiente’. È la foto scattata dalla prima ricerca italiana sugli alimenti a base vegetale , condotta da Bva-Doxa per il Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food (la più grande Associazione di rappresentanza diretta di categorie merceologiche nel settore alimentare in Italia e in Europa). 

In particolare 6 italiani su 10 dichiarano di aver cambiato il proprio modo di mangiare negli ultimi 5 anni (percentuale che sale al 66% fra gli under 35). Quattro su 10 hanno aumentato il consumo di frutta e verdura, mentre 3 su 10 hanno ridotto quello di carne (32% del totale, che sale a 37% per gli over 55). A guidare i cambiamenti a tavola sono soprattutto la maggiore attenzione alla cura di salute e benessere (67% degli intervistati); ragioni legate all’impatto ambientale del cibo (19%), il desiderio di concedersi più sfizi (18%), il risparmio economico (16%), ragioni etiche (12%) e allergie/intolleranze (11%).  

“Il consumatore oggi è più informato del passato. Sa quali benefici derivano da una dieta variegata ed equilibrata, ricca di verdure, cereali, alimenti integrali, frutta. Benefici non solo per la propria salute, ma anche per quella del Pianeta”, dichiara Salvatore Castiglione, Presidente Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food. “Anche per questi motivi, negli ultimi anni, i prodotti a base vegetale hanno conquistato moltissime famiglie raggiungendo circa 22 milioni di consumatori”.  

I plant-based, sottolinea Castiglione, “non sono una moda, ma una chiara tendenza, che va incontro alle nuove abitudini alimentari degli italiani. Questo non significa che prenderanno il posto degli altri alimenti della nostra dieta o che li sostituiranno – prosegue Castiglione – ma a cambiare saranno quantità e frequenza con cui si consumano i prodotti, perché a tavola c’è posto per tutti”. Se a spingere al primo acquisto dei prodotti a base vegetale sono le caratteristiche nutrizionali e gli aspetti legati alla salute, la gradevolezza al palato fa il resto, convincendo i consumatori a introdurli stabilmente nel carrello della spesa. Solo 1 italiano su 10 (11%) ha dichiarato di non averli graditi, mentre gli altri ne apprezzano il sapore, riconoscendone la natura vegetale (32%, che sale al 36% tra le donne) e la piacevolezza al palato (28%, che sale al 32% tra gli under 35).  

Un’altra caratteristica distintiva dei prodotti a base vegetale nelle scelte d’acquisto, soprattutto tra i più giovani (under 35), è il profilo sostenibile di questi alimenti: 1 su 2 pensa che si tratti di cibi amici dell’ambiente, con una impronta ecologica tra le più basse del mondo alimentare (per il 47%), mentre il 46% del campione li apprezza perché richiedono un minore impiego di risorse naturali – come suolo, acqua ed energia – rispetto agli altri. Dove li consumiamo? Soprattutto a casa (circa 6 su 10, ossia il 58% degli user), ma più di 2 su 10 (22%) li scelgono sia a casa sia al ristorante.  

Chi acquista prodotti a base vegetale non segue necessariamente una dieta vegana o vegetariana. In larga parte, sono persone attente a mantenere un regime alimentare equilibrato e che, per ragioni di salute, ambientali o etiche, scelgono di consumare una maggiore quantità di frutta, verdura e vegetali, riducendo le proteine animali. Sono i cosiddetti ‘flexitariani’ . Parliamo di persone ben informate, che sanno qual è il contenuto di questi prodotti e non li acquistano incautamente: oltre 6 su 10 conoscono il loro apporto nutrizionale, perché leggono sempre le etichette fronte pacco (29%), si informano approfonditamente al riguardo (17%) o ne parlano con il proprio medico/nutrizionista (10%). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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