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Il fallimento del Paris Saint-Germain: “I sacchi di soldi non segnano gol”

SPORTIl fallimento del Paris Saint-Germain: "I sacchi di soldi non segnano gol"

“Io non ho mai visto un mucchio di soldi segnare un gol”. Così recita una delle frasi più celebri di un uomo che, prima da giocatore e poi da allenatore, ha rivoluzionato il calcio: Johan Cruijff.

Il leggendario simbolo del calcio totale olandese ci ha lasciato vari aforismi, tra cui questo che reputo la sintesi perfetta della situazione del Paris Saint-Germain.

La squadra del presidente Nasser Al-Khelaïfi anche quest’anno non ha badato a spese pur di vincere la più importante competizione per club, la Champions League. Nel mercato estivo infatti sono sbarcati ai piedi della Torre Eiffel campioni del calibro di Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos, Georginio Wijnaldum e Lionel Messi, tutti a parametro zero (seppur con ingaggi e commissioni esorbitanti). A questi fenomeni si sono aggiunti Achraf Hakimi, strappato all’Inter per 66,5 milioni di euro, il giovane e molto promettente Nuno Mendes (arrivato in prestito oneroso per 7 milioni di euro dallo Sporting Lisbona) e il riscatto di Danilo Pereira per 16 milioni.

Hakimi, Messi e Donnarumma
In foto tre dei tanti acquisti del Psg. Da sinistra a destra: Achraf Hakimi, Lionel Messi, Gianluigi Donnarumma.

Questa sfilza top player si è aggiunta ai già fortissimi, Marquinhos, Verratti, Neymar e Mbappé. Gli ultimi due assieme a Messi avrebbero dovuto formare un tridente stratosferico, che rendeva il club parigino la favorita per la coppa dalle grandi orecchie.

Tuttavia, le cose non sono andate come tifosi e presidenza speravano e si aspettavano.

Nonostante il primo posto in Ligue 1 più che consolidato (ad oggi il Paris Saint-Germain ha ben 12 punti di vantaggio sul Marsiglia secondo), in Champions è andata in scena una vera e propria debacle: dopo aver vinto in casa per 1-0 l’andata degli ottavi di finale contro il Real Madrid, i parigini hanno incredibilmente perso 3-1 al Santiago Bernabeu, stesi da una meravigliosa tripletta di Karim Benzema.

Non sono mancate accese polemiche, con il presidente Al-Khelaïfi e il direttore sportivo Leonardo che dopo la partita si sono scagliati contro l’arbitro Makkelie, reo di aver convalidato il primo gol dei blancos, forse viziato da un fallo di Benzema su Donnarumma. Nonostante l’episodio dubbio, la prestazione degli uomini di Pochettino è stata alquanto deludente.

Dopo il pareggio la squadra è andata totalmente allo sbando, permettendo a Benzema di completare la tripletta in 17 minuti e al Real di coronare l’impresa e passare il turno. Anche questa volta il top team francese è crollato sul palcoscenico più importante, uscendo ben prima della semifinale dello scorso anno e della finale di due anni fa. Quest’anno il fallimento fa ancora più rumore, vista la rosa a disposizione e gli investimenti fatti durante gli ultimi anni.

Benzema e Mbappè in contrasto
Benzema e Mbappè in contrasto durante la partita di Champion’s League

Ma qual è stata la causa della disfatta parigina? A primo impatto viene da pensare che Mauricio Pochettino non sia stato in grado di imporre un gioco e un’identità a dei campioni di questo calibro, abituati a decidere le partite con giocate individuali.

Oltre ciò, alcuni calciatori hanno reso decisamente sotto le aspettative: Ramos falcidiato dagli infortuni, Wijnaldum sceso nelle gerarchie, Donnarumma e Marquinhos colpevoli di alcune insicurezze e soprattutto Messi e Neymar spesso spettatori non paganti, appannati, quasi a dare l’impressione di essere sul viale del tramonto.

L’enfant prodige Mbappé ha invece tenuto quasi sempre alto il rendimento, trovando per esempio il gol in entrambe le sfide contro le merengues. Proprio Mbappé però sembra destinato a vestire la camiseta blanca a partire dalla prossima stagione, poiché non intenzionato ad accettare la spaventosa proposta di rinnovo da 50 milioni all’anno. Un altro smacco targato Real Madrid per il Psg.

Kylian Mbappè
Kylian Mbappè in azione durante Psg-Real Madrid

Questi sono sicuramente problemi importanti, ma penso che la principale causa della caporetto del primo club transalpino sia la costruzione della rosa stessa. Il Paris Saint-Germain non gioca da squadra, non è un gruppo unito e consolidato. Lo spogliatoio ha troppe primedonne e un allenatore non abbastanza esperto per gestirle.

Il presidente e Leonardo in questi anni si sono divertiti a fare una specie di “raccolta di figurine”. Spesso infatti, hanno acquistato i calciatori più in voga sul mercato e che magari non erano realmente utili alla squadra (ne sono esempi perfetti Icardi e Draxler, un tempo corteggiati da mezza Europa, e ora semplici riserve dai pesantissimi ingaggi ).

Questa mancanza di coesione tecnica e mentale ha impedito, ancora una volta, ad Al-Khelaïfi di portare sotto l’arco di trionfo la ex Coppa dei campioni, soltanto sfiorata due anni fa con la sconfitta in finale contro il Bayern Monaco.

Nonostante le spese faraoniche di questi anni il Psg può ancora essere definito come incompiuto. Ci sono state anche dure contestazioni da parte dei tifosi verso la dirigenza e la squadra. Oltre l’ennesimo fallimento in Champions, i supporters parigini dovranno digerire l’imminente addio di Mbappé, anche se quest’ultimo verrà probabilmente sostituito a peso d’oro. Tuttavia, è difficile prevedere se questo ennesimo investimento del club di proprietà qatariota sarà fruttuoso, perché come disse Cruijff: “I sacchi di soldi non segnano gol”.

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Cesare Roberto Citro
Cesare Roberto Citro
Mi chiamo Cesare Roberto Citro, ho 19 anni e abito a Bellizzi, in provincia di Salerno. Sono uno studente dell'Università degli studi di Salerno e frequento la facoltà di Scienze della comunicazione. Scrivo articoli sportivi, in particolare mi occupo di notizie e approfondimenti calcistici.

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